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a-infos (it) umanità nova, n.2: treni: la rivolta dei pendolari. fu ori binario a - i n f o s a multi-lingual news service by, for, and about anarchists ** news in all languages last 40 posts (homepage) last two weeks' posts the last 100 posts, according to language castellano_ deutsch_ nederlands_ english_ français_ italiano_ polski_ português_ russkyi_ suomi_ svenska_ türkçe_ the.supplement first few lines of all posts of last 24 hours || of past 30 days | of 2002 | of 2003 | of 2004 | of 2005 | of 2006 syndication of a-infos - including rdf | how to syndicate a-infos subscribe to the a-infos newsgroups {info on a-infos} (it) umanità nova, n.2: treni: la rivolta dei pendolari. fu ori binario date thu, 26 jan 2006 15:24:45 +0100 (cet) "giusy tolino, una delle pendolari più accese ed arrabbiate, provocatoriamente ha detto: 'forse per ottenere qualcosa da trenitalia l'unica azione da fare è quella di bloccare i binari il giorno di inizio delle olimpiadi'." da "il secolo xix" del 15 gennaio 2006 la recente decisione della regione piemonte di rinunciare ai rimborsi dovuti da trenitalia per i continui e spaventosi ritardi accumulati dalle ex ferrovie dello stato nel dicembre 2005, e di trasformare questa cifra nell'offerta di un mese di abbonamento gratuito a febbraio per tutti i pendolari che usufruiscono delle linee di competenza della regione, è sicuramente un segnale della forza e della capacità di ottenere risultati per quanto parziali da parte del vero e proprio movimento che si è venuto a costituire tra i pendolari in questi anni. nel silenzio assordante dei media, infatti, centinaia di volte i pendolari che viaggiano sulle linee di trenitalia hanno iniziato a reagire allo sfascio programmato del trasporto ferroviario nazionale occupando i binari, fermando le stazioni e avviando vere e proprie forme di autorganizzazione come quelle dei vari comitati di linea ferroviaria. queste proteste sono figlie di un'esasperazione che è andata crescendo mano a mano che i ritardi dei treni s'infittivano, le cancellazioni di viaggi previsti pure, e i problemi di giustificazione sul lavoro dei continui ritardi mettevano e mettono in seria difficoltà centinaia di migliaia di appartenenti alla working class che utilizzano il treno come principale mezzo di trasporto. d'altra parte l'esplosione delle città e la loro trasformazione in metropoli allargate dove i lavoratori di un centro provengono spesso da decine di chilometri di distanza, ha provocato la crescita esponenziale del pendolarismo, sia a mezzo auto che a mezzo treno od autobus. trenitalia ha fatto scelte precise, decisa ad investire su progetti come il tav produttori di profitto e di linee ad alto costo per una minoranza dell'utenza e ad abbandonare l'offerta rivolta ai pendolari e, in generale, a chi viaggia per lavoro. le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: intere linee abbandonate, le restanti lasciate all'incubo della sporcizia e del malservizio (treni caldi d'estate e freddi d'inverno), i ritardi sempre più forti mentre il prezzo del biglietto è continuamente aumentato. in aggiunta la trasformazione delle ferrovie in spa con lo scorporo del settore manutenzioni che oggi è una società diversa da trenitalia ed è costantemente in perdita, poiché la sua ragione sociale la espone esclusivamente ad uscite senza la possibilità di entrate, ha provocato un livello spaventoso di caduta della normale manutenzione delle linee con risultati sotto gli occhi di tutti, come dimostrano la strage di crevalcore a gennaio del 2005 e la mancata strage quest'anno sulla linea roma - frosinone. in questo quadro si è inserito un attore che i vertici governativi e societari di trenitalia non avevano previsto: i pendolari stufi di fungere da vittime sacrificali sull'altare del profitto ferroviario. quello che trenitalia, governo e parlamento non avevano considerato è che i pendolari ferroviari sono naturalmente compagni l'uno dell'altro nella buona e (soprattutto) cattiva sorte. gli automobilisti, viaggiando su mezzi competitivi l'uno con l'altro, tendono alla concorrenzialità, cercano di fregarsi per ottenere una posizione migliore al semaforo, cercano le strade più impensate per evitare le code, sono essenzialmente legati a un modo di viaggiare individualizzato. gli utenti di un servizio pubblico o, comunque, collettivo sono necessariamente legati alla stessa sorte di buono o cattivo viaggio, di orario rispettato o di ritardo. se sorgono dei problemi diventa inevitabile la ricerca di una soluzione altrettanto collettiva che accontenti tutta l'utenza presente. questo alza la capacità di organizzazione e facilità la creazione di una forza comune per far valere i propri diritti o quelli che sono percepiti come tali. così, nonostante i disservizi sull'autostrada milano - torino siano spaventosi e storici, non abbiamo mai assistito alla nascita di un vero e proprio soggetto di massa capace di interloquire con i responsabili dello sfascio e di obbligarli a venire a patti. viceversa questo è accaduto con i pendolari dei treni che vanno, ad oggi, considerati come uno dei soggetti sociali più interessanti che sta esprimendo la working class italiana post industriale. di fronte alla capacità di mobilitazione che questo soggetto ha dimostrato nelle regioni dell'italia settentrionale, le amministrazioni regionali hanno dovuto far fronte in qualche modo ad una rivolta difficile da domare con le classiche armi della politica spettacolare di questi anni. la decisione dell'assessore ai trasporti della regione piemonte borioli è, con ogni evidenza, un tentativo di disinnescare un capitolo come quello ferroviario che, tra mobilitazione anti tav in valle di susa e la crescita continua della lotta dei pendolari, sta diventando particolarmente infuocata e difficile da gestire per i governi locali e nazionali. non è credibile, infatti, che la decisione della regione piemonte non abbia nulla a che fare con il timore che un movimento sul modello di quello valsusino si estenda ai pendolari cosa che, d'altro canto, appariva probabile già leggendo le dichiarazioni di molti pendolari alla fine del 2005. inoltre questo provvedimento è preso in fase pre elettorale quando riuscire ad ingraziarsi alcune decine di migliaia di persone diviene tutt'altro che secondario. che vi sia un tentativo di cavalcare lo scontento a fini politico elettorali è sin troppo evidente. basta leggere, a questo proposito, cosa scrive "il corriere della sera" dell'11 gennaio 2006. "È il primo tangibile riconoscimento, al di là di tutte le parole finora spese, dei forti disagi sopportati dai pendolari sui treni regionali. È soprattutto il segno che qualcosa è cambiato, che per la prima volta da quando le competenze sulle linee regionali sono passate all'amministrazione regionale, le responsabilità vengono esercitate sul serio e a favore dei cittadini. prima infatti, le multe comminate per i disservizi da trenitalia venivano poi di fatto restituite sotto forma di contributo regionale. ora invece i soldi che trenitalia deve pagare per le multe servono davvero a risarcire chi è stato danneggiato dal disservizio. al centro non c'è dunque la scelta di mantenere in ogni modo un buon rapporto con trenitalia, come era prima, ma la volontà di esercitare fino in fondo il mandato avuto dagli elettori, tutelando i cittadini dai disservizi che trenitalia non è in grado di risolvere." che il governo regionale piemontese sia così attento alle esigenze dei pendolari è quantomeno tesi bizzarra se si considera come si è posto, e continua a porsi, rispetto al tav ma è innegabile che la misura presa è tesa a conquistare consenso e segnala un punto di crisi del sistema di potere che gestisce il trasporto, punto di crisi che va utilizzato per rilanciare la mobilitazione. nel complesso, quindi, una vittoria parziale che nasce da una forza reale dei comitati di linea ferroviaria ma che deve essere respinto nella sua parte avvelenata, cioè nel tentativo scoperto di addormentare l'azione dei pendolari contro lo sfascio ferroviario. se il biglietto non costerà nulla a febbraio per i pendolari piemontesi questo non significa che trenitalia abbia invertito le sue politiche e la direzione di progressivo scarico dei viaggi pendolari che sta praticando ormai da anni. la buona riuscita dello sciopero indetto per il 12 gennaio da cub trasporti e sult nonostante le fortissime pressioni della commissione di garanzia e di trenitalia per sabotarlo, dimostra, inoltre che è possibile costruire un fronte unitario fra viaggiatori e ferrovieri proprio sulla questione della qualità e della sicurezza del trasporto ferroviario. come ha detto recentemente un compagno: "se mi danno cibo avariato e non me lo fanno pagare, quel cibo non diventa automaticamente buono perché è a costo zero". questo senza dimenticare che la misura vale solo per un mese mentre il problema è, come è noto, di lunga durata. battere la strategia di trenitalia lanciata ad alta velocità verso il profitto e pronta a d abbandonare la working class viaggiante a se stessa, è il vero obiettivo da praticare come mostrano di aver capito i pendolari della milano - torino che in un loro comunicato indicono uno sciopero bianco (non si mostra il biglietto al controllore) da qui alla fine del mese per contestare lo stato devastante delle carrozze e il fatto che i ritardi non accennino a cessare in questo mese di gennaio e, anzi, si intensifichino. a questo fine, sarà necessaria una campagna d'informazione e la costruzione di un coordinamento stabile fra tutte le forze che si battono contro il degrado della linea ferroviaria. g.c. e c.m.s. da umanità nova, numero 2 del 22 gennaio 2006, anno 86 http://www.ecn.org/uenne _______________________________________________ a-infos-it mailing list a-infos-it@ainfos.ca http://ainfos.ca/cgi-bin/mailman/listinfo/a-infos-it prev by date: (it) "kronstadt uprising": note su aborto, diritti e natura next by date: (en) anarkismo.net - struggles against neoliberalism in aotearoa/new zealand in the 1990s by toby boraman i. 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